mercoledì 27 gennaio 2016

Un fiore che fa primavera KAL-CAL

Un fiore che fa primavera è il KAL (knit a long) o CAL (crochet a long) del gruppo QuelloCheHo.

Il gruppo è nato nel 2012 con lo scopo di raccogliere e distribuire ai reparti oncologici, cappellini per le donne che sono obbligate a sottoporsi a chemioterapie.
I nostri cappellini hanno caratteristiche ben precise: devono essere morbidi, fatti a mano a maglia o uncinetto, con filati naturali (lana merinos, cotone, seta, ecc), non avere punti troppo spessi o traforati. Il loro scopo principale è tenere al caldo le testoline nude ma anche portare un po' di allegria alle persone che li indossano.

L'iniziativa è senza scopo di lucro. Non si fanno offerte ne altro, si producono cappellini e basta. Questi poi vengono spediti al negozio Unfilodi di Carate Brianza.
La proprietaria, promotrice e ideatrice dell'iniziativa, si attiva direttamente per distribuire e consegnare i cappellini ai reparti di oncologici che ne fanno richiesta.

Il Kal/Cal è semplicemente un gruppo di persone che si incontrano sul Web usando la piattaforma Facebook o la piattaforma Raverly (www.raverly.com) e insieme fanno questi cappellini, si scambiano consigli e pareri e fanno vedere i loro prodotti finiti.

Se ti piace fare a maglia o uncinetto e vuoi fare con noi qualcosa di buono unisciti ai gruppi QuelloCheHo su Facebook - https://www.facebook.com/groups/1633879460228609/
oppure su Raverly - http://www.ravelry.com/groups/quellocheho-2

Il team di QuelloCheHo ringrazia di cuore tutti coloro che vorranno partecipare alla produzione dei chemocaps.



lunedì 25 gennaio 2016

La creatività è in crisi

Ho sempre pensato che il mondo del "knitting" (fare a maglia) fosse una specie di isola felice dove tutto quello che ti andava di fare era giusto, non c'erano regole, non c'erano maestrine... non importava come avevi ottenuto il tuo capo, l'avevi ottenuto e basta con la tua fatica e tanto valeva che anche se era la cosa più strana e grottesca del mondo, era tuo e per questo era bello. 

Adesso mi devo ricredere, ci sono tante maestrine in giro che si mettono sull'altare a predicare i canoni della maglia, che screditano le idee e i pareri degli altri, che pensano di essere le sole a saperne qualcosa. E questo mi intristisce. 

Maglia è creatività è fantasia è sperimentare. Se tutto ciò fosse regolato da quei stupidi canoni italiani dettati da gente che costruisce maglioni come si faceva negli anni '40 la creatività sarebbe morta da un pezzo.

Mi intristisce quest'incapacità di valutare le idee altrui, di confrontarsi. Le persone si nascondono dietro un tasto del computer per dire se una cosa piace loro o meno, senza giustificarne il motivo. Si segue la "designer" di turno come se stesse redigendo la Bibbia e se non parli e non la pensi come lei non sei da tollerare.
Le pecore laciamole a brucare l'erba per favore!

Amo la libertà di espressione e di opinione. 

Non tutti coloro che fanno a maglia hanno 12 ore di tempo al giorno da dedicarci, c'è gente che ha altri impegni, c'è chi lo fa solo per passione, non è un lavoro...
Se lo fate per lavoro non dovreste avere il tempo di lanciare affermazioni a destra e a manca, mettetevi a testa bassa e lavorate. 
E lasciate alla gente la possibilità di coltivare il proprio hobby in pace.
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